La sfida è lanciata. Montezemolo si è messo in gara con Prodi sulla strada della liberalizzazioni, in una società che non cresce anche e soprattutto perché ingessata. Il fatto poi che l’UDC con Casini si dica disponibile a sostenere il processo di concorrenza a beneficio del cittadino consumatore preoccupa la sinistra radicale, che ha sin qui esercitato un forte freno verso il progresso, timorosa che a pagare siano i deboli.
Ma proprio la vicenda della globalizzazione sta a dimostrare che dalla concorrenza guadagnano soprattutto i meno fortunati, se capaci di mettersi in gioco.
Andare avanti, senza inutili fughe e con adeguate regole e controlli, è capitale per il Paese: le liberalizzazioni possono infatti far crescere il PIL, oltre a migliorare la vita di tutti noi. Concorrenza in primo luogo sulle grandi reti di comunicazione e di trasporto.
A cominciare dall’oramai drammatico problema di un trasporto pubblico locale, che costa e non riesce in alcun modo a fare la concorrenza al mezzo privato individuale.
Ogni ora a Roma le auto aumentano di tre unità, nonostante il Comune riversi sui collegamenti pubblici gran parte delle risorse disponibili. Ripensare questo servizio è d’obbligo.
Se il cittadino attivo non si affida al mezzo pubblico (con esclusione della insufficiente rete metropolitana), il cui uso è limitato quasi solo a coloro che sono fuori del processo produttivo, allora bisogna proprio fare punto e a capo.
Speriamo che non ci si impieghino tanti anni, quanti sono stati necessari a comprendere che bisognava riformare il sistema pensionistico se non si voleva andare a fondo.
DA Noi Press
domenica 21 gennaio 2007
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