lunedì 18 febbraio 2008

Volonté: “Noi dell’Udc non rinunceremo a quel simbolo”

Il capogruppo dei deputati dell’Udc Luca Volonté spiega, con un intervento pubblicato su ‘La Provincia’, le ragioni che hanno indotto il suo partito a non rinunciare al simbolo come chiesto da Berlusconi per entrare nel Pdl.

"E’ iniziata la Quaresima, c’è da salvare la croce, continuare a farla vivere con dignità. L’Udc oggi rappresenta l’ultima presenza di un partito di cristiani nel panorama politico italiano. Siamo laici che si impegnano in

un partito, un partito l’unico che abbia nel suo Dna la Dottrina Sociale della Chiesa. Un partito non è un soggetto impersonale, è invece una associazione, una comunità di uomini che condividono valori e progetti e da questa forte identità lavorano per perseguire il benessere e la prosperità della nazione. Per l’Udc, i ‘valori non negoziabili’ non sono punti di vista diversi ma il fulcro dal quale si giudica ogni fatto della realtà, si propongono soluzioni originali ai problemi del Paese.
I principi del Magistero Sociale, il succo dei valori non negoziabili è la tutela della vita dal concepimento sino alla morte naturale, il valore della famiglia fondata sul matrimonio, la libertà di scelta educativa e la sussidiarietà sociale.
I principi cristiani non sono teorie, ma ‘testimonianza di una Presenza’, una presenza che chiede un cambiamento, un sussulto di responsabilità per giudicare e cambiare il mondo. Cambiare l’Italia, in molte forme, è il tema comune di ogni campagna elettorale, questo cambiamento per noi è una battaglia culturale e originale formulazione di soluzioni serie e responsabili.
E’ questo l’animo che ha contraddistinto, mosso l’impegno di Luigi Sturzo e le sue battaglie per la libertà sociale, medesima passione ha spinto la nascita e la responsabilità di Alcide De Gasperi negli anni della ricostruzione e tante personalità, laici perchè cristiani, lungo tutto il ‘900 italiano.

Negli ultimi tre anni dobbiamo assistere ad una lotta furibonda contro la presenza pubblica, la testimonianza nella società e nella politica, dei cristiani.
Dalle straordinarie polemiche contro la legge 40 (referendum sulla Procreazione) provenienti da sinistra e destra, dalle irrisioni e strumentalizzazioni sul Family Day, sino al bavaglio della Sapienza verso Papa Benedetto, ogni giorno si accendono polemiche non solo contro la Chiesa Cattolica ma pure contro i cristiani impegnati in politica.
Si dibatte di convivenze civili, anche omosessuali e si dimenticano colpevolmente le povertà di milioni di famiglie italiane. Grazie al nostro impegno quotidiano, in questi lunghi anni, abbiamo dimostrato che l’esperienza di un partito di cristiani in politica ha prodotto risultati positivi e impedito una completa deriva relativista in Italia. Nella società contemporanea in tutto l’occidente si ritorna a riflettere sulla identità (la campagna elettorale americana e francese ne sono testimonianza) e paradossalmente in Italia si immaginano nuovi soggetti e coalizioni escludenti verso i cattolici, entrambe interessate a rapinare i voti e cancellare la dignità pubblica e la memoria del partito d’ispirazione cristiana.

Siamo al compimento di un progetto culturale e politico antico, dopo aver ridotto il Paese in ‘poltiglia’ (Istat) si vorrebbe eliminare l’unico seme di visibile impegno politico dei cristiani. ‘Diamo fastidio perché non siamo irrilevanti’, questa affermazione, vale per la Chiesa nel suo impegno pubblico e vale ancor più nell’agone politico.
Dobbiamo sapere che avremo tutti contro, tutti i partiti e tutte le liste create ad hoc, uniti dal medesimo scopo di cancellare i voti al partito più identitario italiano, il partito che esplicitamente fa dell’Magistero Sociale un motivo di orgoglio e non se ne vergogna.
Un paradosso che è anche una sfida per la permanenza stessa dei cattolici in politica, in questo momento è chiesto di combattere per la vita o la morte dei politici cristiani di tutta la lunga e feconda tradizione del passato ma anche per preservarne lo sviluppo nel futuro.

La storia della Repubblica Italiana è un’anticaglia di cui liberarsi? E’ più democratica una nazione senza il partito dei cristiani? Il cristiano potrà avere rilievo pubblico in futuro? Tutto ciò è in gioco nella prossima campagna elettorale, niente di meno.
L’orgoglio di una battaglia, l’audacia di una campagna elettorale, la responsabilità di un impegno nascono dunque da questa consapevolezza: la tirannia del relativismo ha questo obiettivo.
Diceva Nicolò Machiavelli ne ‘Il Principe’ che nemmeno forze spropositate di mercenari possono aver la meglio della difesa della città fatta dagli stessi cittadini. Perché accade sempre così, quando l’uomo e un insieme di uomini combattono per ciò che hanno di più caro (i valori cristiani e la loro famiglia) non c’è niente e nessuno che possa sconfiggerli, il campo è aperto e le spade si incrocino. "

Luca Volonté

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