sabato 8 novembre 2008

I partiti "scomparsi" dal parlamento continuano a prendere i soldi.

Fonte: PoliticaLink

Scritto da Antonio D'Agostino
sabato 08 novembre 2008

Il 24 giugno scorso (in tempi non sospetti) PoliticaLink ed altri amici "bipartisan", tra i quali Willer Bordon, Gustavo Selva e Nello Formisano, si recavano in Cassazione a deporre 4 quesiti referendari, per l'abolizione dell'attuale normativa che regola il finanziamento pubblico ai partiti.
Il 18 aprile 1993, 31.225.867 cittadini e cittadine italiane si recarono alle urne per votare SI al referendum che aboliva il finanziamento pubblico ai partiti (il 90,3% dei votanti, giusto per capire la percentuale di italiani contrari a tale procedura di legge). Ebbene, nonostante ciò, visto che i referendum in Italia non si applicano "sic et simpliciter", ma si "interpretano" in parlamento, il finanziamento si trasformò in "rimborso elettorale". Da notare che all'epoca la cifra complessiva che veniva distribuita nelle casse dei partiti era di 83 milioni di euro (in realtà era ancora in lire, noi l'abbiamo convertita).
Negli anni il "rimborso" è passato attraverso la legge 515 del 1993, alla legge 157 del 1999, che stabilì in 800 lire ad elettore la cifra da assegnare ai partiti alla fine di ogni campagna elettorale.
Nel 2002 entra l'Euro, e il Governo Berlusconi trasforma le 800 lire in 1 euro (più del doppio), alla faccia del Referendum del 1993 e dei 31 milioni e passa di italiani che avevano detto di no. Siamo già passati dagli 86 milioni a quasi 200.
Nel 2006, a fine legislatura, Berlusconi opera un'altra "magia" e quell'euro a elettore diventa 1 euro OGNI ANNO, così sono 5 euro a elettore a partito, e i milioni diventano quasi 1.000! Il Governo Prodi completa l'opera e porta quei 5 euro invece che "a legislatura", "per 5 anni" introducendo un emendamento che stabilisce che se una legislatura si interrompe, comunque i partiti che ne facevano parte (basta prendere l'1% per avere diritto al "rimborso) prenderanno comunque le rate degli anni che mancavano alla fine della legislatura.
Tradotto meglio: in parlamento ci sono 5 partiti, Pdl, Pd, Lega Nord, Udc e Di Pietro, che prenderanno per il 2008, 2009 e 2010 sia i soldi della legislatura finita, sia i soldi di quella in corso, ovvero IL DOPPIO.
Ma il bello è che quest'anno (e i prossimi due) lo stato italiano staccherà assegni di 1,1 milioni di euro ai Verdi, 1,3 ai Comunisti Italiani, 800 mila euro ai Socialisti, altrettanti al Nuovo Psi. Tutti partiti che non sono entrati in parlamento!
E l'Udeur di Mastella? Non si è nemmeno presentato alle elezioni, ed il suo assegno del 2008 sarà di 600 mila euro, così come nel 2009 e 2010. E via discorrendo per l'Azione Sociale, Pensionati e Svp.
Siete d'accordo con tutto questo? Noi no. E abbiamo presentato quattro quesiti referendari per abolire le attuali leggi, in particolare la 157 del 3 luglio 1999

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