venerdì 14 novembre 2008

Valdegamberi: «Meno lucciole in strada E aiutarle è più difficile»

SFRUTTAMENTO. La Regione presenta il bilancio delle attività contro il mercato del sesso e critica le recenti ordinanze
Valdegamberi: «La politica non pensi solo al decoro. Le vittime della tratta sono più sole e meno protette»
14/11/2008

Verona. «Le ordinanze antiprostituzione rischiano di essere operazioni di facciata. Non si risolve il problema dello sfruttamento delle donne, dei transessuali e dei minori spostandolo, perchè la schiavitù continua, con forme ancor più pesanti che esulano da ogni possibile forma di controllo. Con il risultato che le vittime delle tratte sono ancora più sole e meno protette». Non c'è vena polemica nelle parole di Stefano Valdegamberi (Udc), assessore regionale alle Politiche sociali, ma un sommesso invito alla politica «a non pensare solo al decoro, ma al dramma di queste persone, impegnandoci a sradicare questo turpe mercato di esseri umani, che per la criminalità organizzata è il più redditizio dopo quello della droga e delle armi».L'appello l'assessore Valdegamberi lo lancia in occasione della presentazione - avvenuta nella sede dell'Ulss 20 in via Valverde - del bilancio delle azioni messe in atto dalla Regione, dal 2001 al 2007, per contrastare la tratta di esseri umani e la prostituzione. «Uno sforzo che si concretizza in 3,1 milioni di euro erogati per finanziare 70 progetti su base provinciale», chiarisce l'assessore, «in applicazione di quanto previsto dalla legge 41 "sull'abuso e lo sfruttamento sessuale: interventi a tutela e promozione della persona" che dal 1997 pone il Veneto all'avanguardia».Una legge che rischia di venire penalizzata dalle recenti ordinanze sindacali, che puniscono i clienti e costringono di conseguenza le prostitute a operare in luoghi protetti. Questo perchè viene meno il principale strumento di contatto, l'unità di strada, costutuita da professionisti che, utilizzando strutture mobili, si recano nelle strade dove si svolge la prostituzione o in luoghi limitrofi per portare direttamente i servizi di prevenzione, sensibilizzazione e cura.Basti dire, in proposito, che l'anno scorso in tutto il Veneto le unità di strada sono riuscite a avviare agli interventi di recupero 3216 persone. Tra queste 145 che, denunciando la loro condizione di sfruttamento, in base alla legge sono state poste sotto sorveglianza sociale e potranno ottenere il permesso di soggiorno. Nel comune di Verona e nell'ambito dell'Ulss 22 di Bussolengo hanno ricevuto l'intervento sociale 427 persone. Secondo i dati elaborati dall'Osservatorio regionale su devianze, carcere e marginalità sociali si tratta in prevalenza di donne che provengono dai paesi dell'Est Europa, dall'Africa, in particolare Nigeria e Maghreb, dal Sud America. I transessuali giungono in gran parte dai paesi dell'America Latina. Persone, in entrambi i casi, fra i 18 e i 30 anni.«Lo sfruttamento sessuale è un fenomeno purtroppo sommerso», ammette Bruna Leporini, dell'Osservatorio regionale, «anche mettendo insieme i dati in possesso delle forze dell'ordine e degli operatori sociali non si riesce a ipotizzarne la dimensione. Purtroppo conosciamo solo ciò che si rende visibile. Aiutateci anche attraverso segnalazioni al numero verde anti-tratta 800290290, attivo 24 ore su 24».Infamie che si consumano vicino a noi, lontano dal cuore e dagli occhi. Una piovra mortifera che avvinghia sempre più minori, trascinati nel gorgo della pedopornografia o dell'accattonaggio nella migliore delle ipotesi. A Verona, secondo l'Osservatorio regionale, i minori vengono sfruttati per chiedere l'elemosina, per esibizioni musicali, come lavavetri e piccoli ambulanti. Ma sono anche obbligati a compiere furti e a fare i corrieri di droga. «Riusciamo a prenderne in carico pochi», ammette Francesca Vingiani, dei Servizi sociali della Regione, «ma lo sfruttamento nei loro confronti è molto pesante».Il Comune di Verona, in questo ambito, continuerà a fare la sua parte con il progetto Sirio, che punta a prevenire e contrastare lo sfruttamento in ogni sua forma con interventi a bassa soglia e attività di prevenzione socio-sanitaria e percorsi informativi per gli studenti delle superiori.

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