Alla c. a. di
Stefano Marzotto, Segretario Provinciale dell’UDC di Verona
e per conoscenza
On. Rocco Buttiglione, Presidente Consiglio Nazionale UDC
On. Riccardo Ceni, Presidente Onorario UDC Verona
Riccardo De Mei, Presidente del Comitato Provinciale UDC Verona
Alessandro Boggian, commissario prov. Giovani UDC Verona
Stefano Valdegamberi, assessore regionale
On. Iles Braghetto, ex parlamentare europeo UDC
LORO SEDI
Stefano Marzotto, Segretario Provinciale dell’UDC di Verona
e per conoscenza
On. Rocco Buttiglione, Presidente Consiglio Nazionale UDC
On. Riccardo Ceni, Presidente Onorario UDC Verona
Riccardo De Mei, Presidente del Comitato Provinciale UDC Verona
Alessandro Boggian, commissario prov. Giovani UDC Verona
Stefano Valdegamberi, assessore regionale
On. Iles Braghetto, ex parlamentare europeo UDC
LORO SEDI
Oggetto: denuncia della deriva antidemocratica e berlusconiana della gestione del partito Unione dei Democratici Cristiani.
Con la presente intendo comunicare la mia denuncia contro la deriva antidemocratica e berlusconiana della gestione del partito Unione dei Democratici Cristiani e di Centro.
Tale scelta avviene a sette mesi dalla celebrazione del Primo Congresso del Movimento Giovanile da me indetto come previsto dal ruolo di commissario provinciale del movimento giovanile, secondo il regolamento del movimento giovanile dell’U. D. C.
Dopo varie vicissitudini ho dovuto arrendermi all’evidenza: non solo in questo partito non vige la meritocrazia, ma statuti e regolamenti sono platealmente evasi a discapito del funzionamento degli organi di democrazia interna, pressoché inattivi su tutto il territorio nazionale.
Con amarezza ho constatato che i principi cristiani a cui si dovrebbe rifare l’azione politica del partito e dei suoi militanti, nonché dirigenti, è solo millantata per mere ragioni di propaganda e storiche (il simbolo rimane quello della Democrazia Cristiana), ma quasi mai attuata nel gestire i problemi di politica interna ed esterna al partito.
I risultati ottenuti in un anno e mezzo di mia attività come commissario del movimento giovanile provinciale parlano da soli: prima convocazione del mondo cattolico e delle realtà ecclesiali, creazione del tavolo permanente di tutti i movimenti giovanili dei partiti provinciali, partecipazione alle elezioni universitari con due membri eletti, gruppo studentesco universitario attivo con convegni e periodico, organizzazione di seminari e convegni sul territorio provinciale, iniziative continuate di propaganda (non solo in campagna elettorale), realizzazione del sito internet con canale you tube e spazio face book, partecipazione attiva al Gruppo dei Giovani del Partito Popolare Europeo a Bruxelles, partecipazione alla vita diocesana (udienza con il Vescovo Zenti e partecipazione alla scuola di formazione politica), realizzazione di una scuola regionale ed itinerante di formazione per giovani.
In base a questi credo di aver svolto bene il mio compito. Do ragione a chi mi dice che non importa se me ne vado dal giovanile, tanto il mio gruppo (di lavoro) rimane. E a loro auguro di proseguire il lavoro iniziato.
Dal canto mio non rimane solo una profonda delusione per come sono stato umanamente trattato (ricordo le minacce telefoniche, l’evocazione dei Probi Viri, le promesse mai mantenute e quant’altro è noto a tutti), ma anche una triste consapevolezza che per i veri democratici cristiani, innamorati della democrazia e di Cristo, nemmeno in questo partito (come altrove) sembra che non vi sia più posto. C’è posto solo per piccoli dittatori regionali, a cui è stato lasciato il completo controllo di tutto, del bello e del cattivo tempo, del seguire o meno gli Statuti, dell’attuare o meno quanto si stava dicendo.
Ho assistito a pietosi, ridicoli ed imbarazzanti genuflessioni nei confronti del leader maximo, che pur di non perdere quel niente che avevano hanno splendidamente fatto torto alla Verità.
Verità che mi è stato insegnato, anche dai padri fondatori del nostro movimento politico popolare, di perseguire sempre. Probabilmente qualche errore l’ho fatto pure io. E probabilmente non sono riuscito a conseguirla nemmeno io quella Verità.
Non c’è posto in questo partito per un commissario provinciale come me. Questa è stata l’indicazione dell’On. Antonio De Poli fatta al Segretario dott. Stefano Marzotto. Tutto qua. Nulla più.
Così sia.
Cordialmente.
Tregnago, 19 ottobre 2009
Tale scelta avviene a sette mesi dalla celebrazione del Primo Congresso del Movimento Giovanile da me indetto come previsto dal ruolo di commissario provinciale del movimento giovanile, secondo il regolamento del movimento giovanile dell’U. D. C.
Dopo varie vicissitudini ho dovuto arrendermi all’evidenza: non solo in questo partito non vige la meritocrazia, ma statuti e regolamenti sono platealmente evasi a discapito del funzionamento degli organi di democrazia interna, pressoché inattivi su tutto il territorio nazionale.
Con amarezza ho constatato che i principi cristiani a cui si dovrebbe rifare l’azione politica del partito e dei suoi militanti, nonché dirigenti, è solo millantata per mere ragioni di propaganda e storiche (il simbolo rimane quello della Democrazia Cristiana), ma quasi mai attuata nel gestire i problemi di politica interna ed esterna al partito.
I risultati ottenuti in un anno e mezzo di mia attività come commissario del movimento giovanile provinciale parlano da soli: prima convocazione del mondo cattolico e delle realtà ecclesiali, creazione del tavolo permanente di tutti i movimenti giovanili dei partiti provinciali, partecipazione alle elezioni universitari con due membri eletti, gruppo studentesco universitario attivo con convegni e periodico, organizzazione di seminari e convegni sul territorio provinciale, iniziative continuate di propaganda (non solo in campagna elettorale), realizzazione del sito internet con canale you tube e spazio face book, partecipazione attiva al Gruppo dei Giovani del Partito Popolare Europeo a Bruxelles, partecipazione alla vita diocesana (udienza con il Vescovo Zenti e partecipazione alla scuola di formazione politica), realizzazione di una scuola regionale ed itinerante di formazione per giovani.
In base a questi credo di aver svolto bene il mio compito. Do ragione a chi mi dice che non importa se me ne vado dal giovanile, tanto il mio gruppo (di lavoro) rimane. E a loro auguro di proseguire il lavoro iniziato.
Dal canto mio non rimane solo una profonda delusione per come sono stato umanamente trattato (ricordo le minacce telefoniche, l’evocazione dei Probi Viri, le promesse mai mantenute e quant’altro è noto a tutti), ma anche una triste consapevolezza che per i veri democratici cristiani, innamorati della democrazia e di Cristo, nemmeno in questo partito (come altrove) sembra che non vi sia più posto. C’è posto solo per piccoli dittatori regionali, a cui è stato lasciato il completo controllo di tutto, del bello e del cattivo tempo, del seguire o meno gli Statuti, dell’attuare o meno quanto si stava dicendo.
Ho assistito a pietosi, ridicoli ed imbarazzanti genuflessioni nei confronti del leader maximo, che pur di non perdere quel niente che avevano hanno splendidamente fatto torto alla Verità.
Verità che mi è stato insegnato, anche dai padri fondatori del nostro movimento politico popolare, di perseguire sempre. Probabilmente qualche errore l’ho fatto pure io. E probabilmente non sono riuscito a conseguirla nemmeno io quella Verità.
Non c’è posto in questo partito per un commissario provinciale come me. Questa è stata l’indicazione dell’On. Antonio De Poli fatta al Segretario dott. Stefano Marzotto. Tutto qua. Nulla più.
Così sia.
Cordialmente.
Tregnago, 19 ottobre 2009
Riccardo Dal Molin
ex Segretario Provinciale
Giovani UDC Verona
ex Segretario Provinciale
Giovani UDC Verona
Nessun commento:
Posta un commento