domenica 21 gennaio 2007

Il sentiero incompiuto delle liberalizzazioni

Pubblichiamo qui di seguito l'articolo di Umberto Magni, uno degli animatori di questo sito, comparso sul numero in edicola della rivista "Formiche", curata da Paolo Messa.

L’Italia è un paese bloccato, gravato dal peso delle corporazioni, delle rendite, dei privilegi, dei monopoli, strozzato dalla forza degli interessi particolari. Un paese che ha un disperato bisogno di liberalizzazioni, concorrenza, merito, di passare da uno Stato imprenditore ad uno Stato regolatore che metta al centro gli interessi del cittadino consumatore.

Pensare che le timide liberalizzazioni di Bersani abbiano risolto questa moltitudine di problemi è irrisorio. Non aiuta a capire neanche chi descrive le misure proposte dal Ministro dello Sviluppo Economico come una rivoluzione liberale, quasi che il buon Pierluigi sia la reincarnazione di Reagan.
Il decreto Bersani è un piccolo barlume riformista nel buio della politica economica statalista e pasticciata di questo governo. A fronte di ciò che è stato fatto in questo versante negli anni della legislatura di centro-destra, cioè quasi niente, ci sembra di aver compiuto un’enorme passo in avanti.
Le liberalizzazioni sono state fatte in maniera disorganica, cioè senza un disegno complessivo volto a ridurre il peso dello Stato nell’economia e ad aprire i settori protetti alla concorrenza ed hanno toccato in maniera furbesca solo interessi estranei alla sinistra.
C’è veramente da rammaricarsi per l’atteggiamento del centro-destra, che, tranne valide eccezioni come Bruno Tabacci, Benedetto della Vedova e Antonio Martino, ha cavalcato le proteste corporative delle categorie colpite che difendono solo i propri privilegi. Un segnale sbagliato all’opinione pubblica, a chi ha creduto e crede, come me, in un centro-destra liberale e riformista che sappia cogliere le sfide della modernità.
Come si sarebbe dovuto comportare il centro-destra? Avrebbe dovuto rilanciare le liberalizzazioni, quelle vere, presentare in Parlamento proposte di legge in questo senso, cercare su questo frangente l’accordo con la sinistra riformista.
Allo stato dei fatti il sentiero delle liberalizzazioni è ancora lungo, non c’è di peggio che lasciare le cose a metà, quando invece si dovrebbe spingere sull’accelleratore.
Ma dobbiamo anche fare i conti con un quadro politico fortemente destabilizzato, con un governo frutto del compromesso tra Prodi, sinistra radicale e CGIL, sulla pelle dei riformisti e dei moderati dell’Unione.
Difficile, anzi impossibile, fare le riforme strutturali, le liberalizzazioni del decreto Lanzillotta, la privatizzazione di Alitalia, facendole contemporaneamente digerire a quei palati fini della sinistra radicale, degna delle lotte di classe di fine ‘800.
Non è questa la sede opportuna per dilungarci sull’obsoleto bipolarismo all’amatriciana di casa nostra, certo è che questo governo nasce schiavo del massimalismo comunista, del sindacalismo più corporativo. Questo governo ha definitivamente ucciso il sogno di avere un giorno in Italia una sinistra liberale, incarnata dalle lucide intelligenze di Nicola Rossi, Michele Salvati e Antonio Polito.

Le liberalizzazioni urgenti
Le liberalizzazioni non possono più aspettare, la necessità di sbloccare il sistema Italia si fa di giorno in giorno più urgente, per evitare il declino dietro all’angolo e guadagnare competitività.
Un governo che abbia a cuore gli interessi dell’Italia dovrebbe:

  • separare la rete da Telecom Italia (non accorpare, come nel rapporto Rovati, Telecom in una grande rete delle reti)
  • separare Snam Rete Gas da Eni
  • privatizzare Alitalia, Trenitalia, Poste Italiane, Rai Uno
  • liberalizzare gli ordini professionali
  • privatizzare le municipalizzate e istituire l’obbligo di gara per gli appalti dei servizi pubblici locali
  • raddoppiare le licenze dei taxi

Questo è ciò di cui avrebbe bisogno l’Italia, una terapia shock, una piccola ma rivoluzionaria agenda riformista, che si aggiunga alle proposte rilanciate ottimamente da Bruno Tabacci nel numero precedente di Formiche, come un nuovo patto fiscale, il principio del contrasto di interessi, l’innalzamento dell’età pensionabile, nuovi meccanismi di controllo di gestione sulla qualità della spesa pubblica.
Il Governo Prodi queste cose non le può garantire, ostaggio del più becero statalismo. Basta vedere come si è comportato in questi mesi, da Autostrade a Telecom, per rendere concreto il ritorno dell’IRI e delle partecipazioni statali.
L’asse preferenziale Prodi-Bertinotti-Epifani osteggia qualsiasi cambiamento liberale, l’atteggiamento censorio sul tavolo dei volenterosi ne è una prova.
Occorre preparare una fase nuova, non quella 2 prospettata da Rutelli e Fassino, che non ci sarà mai. Il governo questo è, si deve barcamenare tra due concezioni del mercato opposte, non può garantire quelle riforme strutturali necessarie, sulle pensioni e sul decreto Lanzillotta ne vedremo delle belle, vedremo se Rifondazione si piegherà o se si piegheranno Fassino e Rutelli.
Occorre chiudere questa brutta pagina del Governo Prodi, e rilanciare grandi intese tra volenterosi dei due poli sulle misure precedentemente elencate, la via maestra e perfettamente praticabile per giungere ad un bipolarismo maturo.
Le riforme citate prima sarebbero anche una piattaforma programmatica avanzata per un nuovo centro-destra, rinnovato sulle ceneri di quello precedente, per un partito liberale, moderato e riformista, non a parole ma nei fatti.
La lezione di Cameron è lucida: basta rincorrere gli estremismi, puntare al centro con la libertà, la responsabilità, la sussidiarietà, basta con le rendite di posizione e lo statalismo.
Questa è la lezione che il centro-destra dovrebbe imparare di nuovo, visto che nella scorsa legislatura se l’è dimenticata frequentemente (emblematico il caso dei forestali calabresi).
Cominciamo a lavorare sodo in questa direzione, un nuovo partito moderato, popolare, liberale e riformista è un traguardo necessario per l’evoluzione della politica italiana.

© Formiche.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Per me è corretto quello che sta facendo casini in questo contesto
Ciao da centauro a bella l' idea del blog

Anonimo ha detto...

Ciao ragazzi veramente bello il blog ciao ciao da acquabomber però fate qualche art. anche sulla situazione dell' acqua ciao ciao

Riccardo Dal Molin ha detto...

Situazione dell'acqua?