da Il Tempo
«L’Udc è al capolinea» parte la sfida a Casini
di PAOLO ZAPPITELLI
L’UDC, ormai, gli va stretta. E per arrivare al nuovo partito dei «Moderati» sono disposti anche a fare a meno di Pier Ferdinando Casini, qualora il leader non si «accodi» alla loro iniziativa. Mario Baccini e Bruno Tabacci, i due uomini forti del partito — il primo ha in tasca la chiave della cassaforte dei voti del Lazio, il secondo ha rapporti con il mondo economico-finanziario del nord e in particolare di Milano — hanno concluso venerdì le due giornate del «Manifesto di Subiaco» nell’omonimo monastero alle porte di Roma e hanno rilanciato l’idea di fare un partito nuovo. Con loro, a discutere e soprattutto ad incoraggiarli, c’erano l’ex presidente della Banca di Roma Pellegrino Capaldo, il fondatore della Comunità di Sant’Egidio Andrea Riccardi, e l’ex sindacalista nonché artefice dell’ultimo Family Day Savino Pezzotta. Insomma quei «pezzi» di elettorato che centrodestra e centrosinistra corteggiano da tempo e che per la prima volta si sono trovati tutti insieme. Un evento al quale poteva essere pericoloso mancare. Così Rocco Buttiglione e Pier Ferdinando Casini stavolta, visto che alla prima edizione dell’anno scorso non erano stati invitati, hanno fatto carte false per esserci. Soprattutto il leader dell’Udc ha capito che da quel che fanno i due colonnelli del partito non può assolutamente restare tagliato fuori. Anche se poi il suo intervento non è che sia piaciuto granché. «Pier Ferdinando deve convincersi che l’Udc ormai è arrivata al capolinea — confida uno dei fedelissimi di Bruno Tabacci — Ha raggiunto il massimo, più di così non può crescere. Allora serve un’idea per fare qualcosa di nuovo per aggregare tutti quei moderati cattolici che in questo momento si stanno guardando intorno. Ma se lui continua a ripetere "venite con noi nell’Udc" vuol dire che non ha capito nulla. Questo ormai è un contenitore che non attrae più nessuno». Di che cosa vogliono fare i due sembra invece se ne sia accorto qualcuno nella Margherita: Francesco Soro, creatore del blog per la Margherita e consigliere del ministro Linda Lanzillotta nei giorni scorsi ha scritto che «il Pd possa e debba guardare con molta attenzione a quanto sta accadendo in queste ore a Subiaco, dove Tabacci per primo ha invitato a costruire un nuovo soggetto politico che vada oltre l'Udc, pronto — è nelle cose — a dialogare con il Partito democratico sulla base del buon senso». Intanto, aspettando che il leader decida cosa fare, i due uomini forti dell’Udc vanno avanti sparati sulla loro strada e si preparano a sbarcare con il loro «Manifesto» a Milano il 10 settembre. «Dobbiamo avere il coraggio di far partire da Subiaco una nuova responsabilità della politica perché oggi decidiamo il nostro futuro — ha spiegato Mario Baccini — Può nascere un grande partito a tutela degli interessi della gente, quello dei "Moderati"». Savino Pezzotta e Andrea Riccardi non si sono tirati indietro davanti all’invito e hanno rilanciato. «La mia presenza qui — ha spiegato il fondatore della Comunità Sant’Egidio — deriva dalla grande preoccupazione per la profonda crisi che stiamo attraversando. Quello che si è venuto a creare è un bipolarismo del vuoto. Voi del Manifesto di Subiaco potete giocare un ruolo importante, facendo rinascere una cultura della politica. Noi cattolici ne abbiamo la forza, così come si legge nel vostro Manifesto che apprezzo e che considero un cantiere in costruzione». «C'è una forte disaffezione verso la politica — ha rilanciato Savino Pezzotta — ma in discussione non è il bipolarismo. In discussione c'è questo tipo di bipolarismo. Si cambiano i governi, ma a livello decisionale tutto resta invariato. Accolgo con grande entusiasmo il Manifesto di Subiaco: questo per tutti noi è il tempo di mettersi in cammino, perché nessuno può restare fermo». p.zappitelli@iltempo.it
domenica 22 luglio 2007
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